Il termine Sörì significa solatio, esposto al sole. I Sörì sono dunque le aree del territorio di Diano vocate alla viticoltura. Il lavoro di individuazione di tali aree nel Comune di Diano d’Alba è nato nel 1985 da una scelta programmatica precisa e qualificante, si collocava, come progetto pilota nel contesto dalla valorizzazione della produzione vinicola. Come dimostra il documento, il Comune di Diano d'Alba annuncia la formazione di un provvedimento amministrativo originale in Italia: "L'adozione di un primo Strumento Urbanistico di Regolamentazione dei Vigneti." Un atto Amministrativo raramente assume un valore e rilevanza di innovazioni nel costume e nel comportamento sociale e in ogni caso è viziato da terminologie burocratiche che ne sviliscono i significati. Al contrario quando il Sindaco di Diano d’Alba, Lorenzo Destefanis, il 27 settembre 1986 ha disposto l'affissione di un pubblico avviso per comunicare che era esposta all’Albo Pretorio la mappa delle aree vocate alla viticoltura del Comune per l’attribuzione della denominazione del vigneto, non soltanto si è fatto ben capire dalla popolazione, ma ha segnato un momento importante nella storia della viticoltura del Piemonte e dell’Italia. Era infatti la prima volta che una comunità si dotava di uno strumento urbanistico in materia agricola d’avanguardia; oggi non è più tanto avventato parlare di "Piano Regolatore dei Vigneti" e di programmazione delle produzioni, equilibrando virtù naturali della terra ed esigenze di coltivazione e di reddito dei vignaioli. Ai fini dell'individuazione della vocazione del territorio il parametro oggettivo preso in considerazione nella classificazione del territorio Comunale è quello dell'esposizione e della giacitura e quindi di conseguenza delle ore e dell'intensità di insolazione del luogo. Non si è tenuto conto delle caratteristiche geopedologiche in quanto per certi aspetti sufficientemente uniformi per l'intero comune e per altri dismogenei in uno stesso vigneto. Sulla base dei criteri indicati il territorio Comunale è stato classificato e delimitato su carta catastale 1:5000 in quattro tipologie di aree: - Aree altamente vocate alla viticoltura nell'ambito delle quali individuare le denominazioni di vigneto - Aree suscettibili all'attribuzione di denominazione di vigneto - Aree con prevalente esposizione a nord, non suscettibili della denominazione di vigneto - Aree non idonee alla viticoltura La mappa di Diano infatti dimostra, dopo una lunga indagine partecipativa con i coltivatori, come soltanto parte delle terre del paese siano idonee alla viticoltura, e che soltanto una parte di esse possa essere ammessa ad una denominazione di vigneto. L'aristocrazia dei vini di Diano attinge quindi la propria linfa non soltanto da una generica denominazione di origine controllata (che non può certo distinguere tra terreni bene esposti al sole e terreni marginali) ma anche da un approfondito studio storico sulle vocazioni territoriali. Sörì si chiamano in dialetto langarolo quelle posizioni particolarmente favorite dal macroclima locale e quindi ricche di vocazione viticola. In tutto i Sörì interamente compresi nel Comune di Diano d’Alba sono 76 e dal 2010 sono inseriti nel Decreto del disciplinare di produzione del Dolcetto di Diano d’Alba. Per saperne di più visitate il Sito dei Sörì di Diano d'Alba